In alcuni casi l’osso mascellare dei pazienti presenta un tale riassorbimento da non permettere l’inserimento degli impianti normalmente utilizzati. In questi casi si può ricorrere agli impianti zigomatici.
Una possibilità può essere far ricrescere l’osso con innesti od interventi rigenerativi ed in seguito inserire gli impianti. Ma quando l’atrofia è estrema e riguarda l’intera arcata la rigenerazione ossea è poco prevedibile e costringe il paziente a stare senza protesi per periodi anche di un anno..
L’alternativa per l’osso mascellare superiore è costituita dagli impianti zigomatici.
Sono degli impianti osteointegrati che si ancorano nell’osso zigomatico del paziente. Questo osso è di tipo basale e quindi non si riassorbe nel tempo.
Rx ortopanoramica di quattro impianti zigomatici inseriti in un caso di grave atrofia ossea.
La paziente con i denti fissi il giorno successivo l’intervento.
Per evitare errori di posizionamento la programmazione viene eseguita al computer, generando una mascherina chirurgica con la quale l’impianto viene inserito esattamente nella stessa posizione programmata virtualmente (chirurgia computer guidata).
L’intervento chirurgico può essere eseguito in anestesia locale, sedazione profonda oppure in anestesia generale. Il giorno successivo dell’intervento viene realizzata una protesi fissa avvitata sugli impianti (carico immediato). In definitiva il paziente affetto da grave atrofia ossea dell’arcata superiore, nel giro di 2/3 giorni, può avere una protesi fissa (carico immediato) che gli permette di masticare normalmente. Questo grazie a una chirurgia rapida e relativamente a-traumatica, che sfrutta l’osso dello zigomo come ancoraggio.